L'ABORTO VOLONTARIO E' UN OMICIDIO
Ogni volta che l'avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me".
(MATTEO 25,40)
"L'aborto è un grave peccato. Dovete aiutare molto le donne che hanno abortito. Aiutate loro a capire che è un peccato. Invitatele a chiedere perdono a Dio e ad andare a confessarsi. Dio è
pronto a perdonare tutto, poiché la sua misericordia è infinita. Cari figli, siate aperti alla vita e proteggetela." (1 SET 1992)
"I bambini uccisi nel seno materno sono ora come piccoli angeli attorno al trono di Dio." (3 SET 1992)
"Milioni di bambini continuano a morire a causa dell'aborto. La strage degli innocenti non è avvenuta soltanto dopo la nascita di mio Figlio. Si ripete ancora oggi, ogni giorno." (2
FEB 1999)
(MADONNA DI MEDJUGORJE - Messaggi durante apparizioni ai veggenti)
"L'aborto procurato è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la
nascita".
(GIOVANNI PAOLO II - Evangelium Vitae, Città del Vaticano 1995, n. 58)
"Per questo è necessario aiutare tutte le persone a prendere coscienza del male intrinseco del crimine dell'aborto che, attentando contro la vita umana al suo inizio, è anche un'aggressione
contro la società stessa..."
(PAPA BENEDETTO XVI - L'Osservatore Romano - 4 Dicembre 2005)
"Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni."
(SAN PADRE PIO - risposta ad una domanda del Dott.Lotti)
"Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l'aborto è un crimine."
(MAHATMA GANDHI)
La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. "Chi procura l'aborto, se ne
consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae" (Canone 1398), "per il fatto stesso d'aver commesso il delitto" (Canone 1314) e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non
intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta
la società.
(2272 - CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA)
«"[...] Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...] Perché se
una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me. [...]"» (da "Nobel lectures", "Peace" 1971-1980, 11 dicembre
1979)
"Noi combattiamo l’aborto con l’adozione. Se una madre non vuole il suo bambino, lo dia a me, perché io lo amo".
(BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA)
La scienza dimostra che la vita di un nuovo essere umano incomincia nel momento della fecondazione, cioè della fusione tra lo spermatozoo del maschio e l'ovulo della femmina. Insomma, già nello
zigote, la cellula che contiene un nuovo codice genetico, c'è un nuovo individuo, differente dal padre, dalla madre e da ogni altra persona del mondo. Questo accade appena 12 o 18 ore dopo il
rapporto sessuale. L'embriologo Keith Moore ha affermato: "Ognuno di noi ha iniziato la propria vita in un unico zigote monocellulare". Lo zigote, pertanto, non è una potenzialità di essere
umano, ma è un essere umano in potenza di diventare adulto. Pertanto per me l'aborto è illegale, perché coinvolge gli interessi e i diritti di un essere umano. Sopprimere qualcuno in nome della
libertà di gestire la propria vita privata, vuol dire annientare la stessa ragion d'essere di ogni vita privata, il cui primo diritto è proprio quello alla vita. Il diritto alla vita del
nascituro prevale quindi sul diritto secondario, della madre, di risolvere un problema sociale. Certo, il caso in cui fosse in pericolo la vita della madre è da considerare con attenzione, ma il
prof. Charles Rice, docente dell'Università di Notre-Dame, afferma che "non esiste situazione in cui l'aborto sia medicalmente necessario per salvare la vita della madre". il dott. Roy Hefferman
della Tufts University ha dichiarato al Congresso dei Chirurghi Americani: "Chiunque pratichi un aborto terapeutico o ignora i moderni metodi di trattamento nei casi di complicanze nella
gravidanza, oppure non ha volontà di usarsene". Nel caso di una violenza sessuale, il figlio potrebbe essere fatto nascere e poi adottato da un'altra famiglia, per impedire che alla violenza del
concepimento se ne aggiunga un'altra della soppressione di una vita. Non sarebbe neanche lecito sopprimere un feto minorato, perché allora sarebbe come sancire la discriminazione tra sani e
handicappati anche una volta nati, contraddicendo tutte le leggi e opinioni moderne sull'handicap. Sarebbe anche assurdo giustificare l'aborto perché il feto non è dotato di personalità, perché
allora, di questo passo, si potrebbero giustificare l'infanticidio, l'uccisione di una persona in coma, handicappata o comunque giudicata "non in possesso di una personalità". Quanto
all'argomentazione che l'aborto deve essere legalizzato per impedire l'aborto clandestino, il dott. Christophe Tieze, pur convinto abortista, ammette "benché lo scopo principale delle leggi
sull'aborto sia stato quello di ridurre l'incidenza degli aborti clandestini, questo risultato non è stato raggiunto. Al contrario, apprendiamo da varie fonti che gli aborti, sia legali che
illegali, sono aumentati". Non è neanche il caso di giustificare l'aborto nel caso di una situazione sociale difficile, come quella di una famiglia in difficoltà economica o del terzo mondo,
perché è compito della società moderna quello di risolvere, in altro modo, diremmo, mutuando il termine dall'economia, un modo "strutturale" e non "contingente", prospettando comunque l'adozione
come alternativa razionale e logica ad una gravidanza indesiderata, e non l'aborto. Tutte quelle motivazioni celano comunque una triste realtà, che è il vero flagello da combattere:
l'irresponsabilità di chi considera la contraccezione e, in ultima analisi, l'aborto, come i mezzi per soddisfare senza limitazioni la propria libertà e autorealizzazione e, in definitiva, il
proprio piacere, anche a danno di un’altra vita umana.