Nella recita del Credo, professiamo la nostra fede nella: "resurrezione della carne e nella vita eterna". Per resurrezione si intendono due cose: che dopo la morte non solo la persona
permane viva nel suo spirito, ma che, per potenza di Dio, verrà resuscitato anche il suo corpo. E’ così che si realizza la vita eterna.
Il corpo dato nella resurrezione sarà certamente "modificato" rispetto a questo nostro corpo attuale, perché non sarà più soggetto al dolore, al bisogno, alla fame, alla caducità. Sarà un
corpo glorioso, e tuttavia sarà certamente dotato, come il nostro corpo attuale, della sua organicità.
La morte viene a determinarsi come conseguenza del peccato dell’uomo. Dio, pur lasciando l’uomo libero, non ha però consentito che fosse abbandonato come preda della morte. L’uomo è stato
creato da Dio per un progetto di amore. Dio non fallisce nel suo progetto, è nell’eternità, al di là del tempo, Egli ripara al male, annienta la morte e attua la resurrezione della carne. Ogni
cosa avrà il suo compimento nell’ultimo giorno.
Tutti gli uomini, in quell’ultimo giorno, saranno risvegliati dalla morte, saranno reintegrati nella completezza della loro natura. Il capolavoro di Dio sarà quindi restituito al suo
splendore originario.
Il Signore capovolgerà la situazione storica in cui sembra che il male sia vincente. Risuscitando ogni uomo, gli dimostrerà che lo ama. E tutto il male sarà perdente di fronte alla
resurrezione dei morti e alla reintegrazione della creazione tutta, nella bontà e nella armonia originaria.
La resurrezione personale di ciascuno di noi ci appare come un fatto "lontano": non rientra infatti nella nostra superficiale esperienza umana, è fuori dalle nostre possibilità e per
questo appare a molti come impossibile o per lo meno come incerta.
La maggior parte degli uomini rendono certo testimonianza di avere qualche credenza sulla sopravvivenza dell’anima alla morte del corpo, ma nulla sanno e nulla dicono della resurrezione
corporale.
Per vedere Dio si deve accendere in noi stessi la luce offerta dalla Rivelazione divina attraverso la storia, e si deve assumere la responsabilità della fede. I cristiani conoscono Gesù.
Gesù è storico, reale, non immaginario. Lui ha dimostrato di essere Dio in molti modi, con la profezia, con il potere assoluto sulla natura, sugli eventi naturali, sulla salute degli uomini,
sulla morte stessa e sulla vita, e con la sua stessa resurrezione dai morti.
I Cristiani sanno che sono amati da Dio e che Dio è loro Padre. Sanno che Dio ha messo in atto la redenzione, la chiamata al perdono, alla grazia e alla Resurrezione. Il cristiano ritiene
saggio, razionalmente motivato e moralmente doveroso affidarsi a Colui che sa, perché è "Colui che è": Dio in persona. Il Cristiano crede che nella luce della rivelazione fatta da Dio si conosce
tutta la realtà, anche quella della propria eternità.
La realtà della resurrezione è dunque un fatto annunciato; è un fatto garantito da Dio che ha il potere di creare dal nulla. La resurrezione di cui parliamo è stata realizzata anche entro
l’ambito della nostra esperienza storica, come nei casi di Lazzaro e degli altri risuscitati da Gesù durante la sua vita. Ma la resurrezione va oltre la nostra esperienza umana e approda
all’eternità. Gesù è risorto dai morti, per non più morire.
Gesù ha dato, nel suo corpo risorto, la prova della resurrezione annunciata per tutti gli uomini. Apparendo agli Apostoli disse: "Toccate, mettete il dito nelle piaghe dei chiodi, mettete
la mano nel costato: vedete, sono proprio Io, vedete: è il mio corpo che è risorto."
Il Cristo risorto è garanzia della nostra risurrezione Oggi ci sono uomini che credono alla resurrezione: sono i santi, i credenti, uomini e donne di buon senso, i quali, anche quando
vanno al cimitero, sono consapevoli che i loro morti sono vivi nell’anima e che risorgeranno anche nel corpo. Ci sono invece altri uomini che non credono, per pregiudizio o per una mentalità
errata. Questi ultimi erano già presenti al tempo di Gesù. Gli increduli già allora posero a Gesù una precisa domanda sulla resurrezione: se c'è la resurrezione dei corpi, nell'altra vita "una donna che ha avuto sette mariti, di chi sarà, poiché
tutti e sette l'hanno avuta in moglie?". Gesù rispose : "I figli di questo mondo prendono moglie e marito, ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e sono giudicati degni della
resurrezione dei morti, non prendono né moglie né marito, e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli. Essendo figli della Resurrezione, sono figli di Dio".
Che i morti risorgono, dice Gesù, l'ha indicato anche Mosè a proposito del "roveto ardente", quando chiama il Signore: "Dio d'Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Non è dunque il Dio
dei morti ma dei vivi".
Oggi molti parlano di "reincarnazione" Che dire a questo proposito? La "reincarnazione" è un tentativo dell'uomo di immaginare la morte come un fatto non definitivo. Con la reincarnazione
si immagina che in vite successive possano esserci recuperi morali, che invece, dopo la morte, non possono esistere.
La reincarnazione ha tuttavia il merito di ritenere che l'uomo non finisce con la morte, come invece credono i materialisti. Essi sostengono che l’uomo con la morte – come gli animali -
si dissolve nel corpo e nell’anima.
Nella resurrezione, invece, la persona resta sempre se stessa. Gesù - Dio venuto in terra - ci ha annunciato non la reincarnazione ma la resurrezione personale. A causa della rivelazione
divina portiamo nella vita non solo qualcosa di infinitamente importante, ma certezze assolute.
Nel libro dei Maccabei leggiamo qualcosa di istruttivo a questo proposito: "In quei giorni ci fu il caso dei sette fratelli presi insieme alla loro madre. Il re cercò di costringerli, a
forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. I figli, al momento di morire, dicevano al re: "E' bello morire a causa degli uomini per attendere da Dio l'adempimento delle
speranze ed essere da Lui di nuovo resuscitati , ma per te la resurrezione non sarà per la vita".
E' importante che noi ci sentiamo amati da Dio, messi da Dio nella sicurezza. Egli ci custodisce tutti i giorni, ci riporta a casa quando usciamo, ci tiene in vita durante la notte,
quando siamo abbandonati da noi stessi nell'incoscienza del sonno, e ci ridesta al mattino per farci riuscire il giorno dopo. Questo è il Signore, ed è Lui che ci garantisce la vita
eterna.
I cristiani muoiono sapendo che li attende immediatamente l'abbraccio eterno di Dio. L’ultimo giorno - l’immensa festa che Dio indice - dissolverà tutte le malvagità e le cattiverie degli
uomini, anche quelle che si presentano come festaiole e colme di baldoria.
Dio resusciterà nell'ultimo giorno tutti gli uomini. Gesù disse : "Ci sarà, per quelli che avranno creduto, la resurrezione di salvezza e di gloria; per gli altri ci sarà una resurrezione
di giudizio e di condanna ". Ma il Signore non vuole che alcuno di noi si metta nelle condizioni di trovarsi nella condanna, perché Dio ci destina, nell'amore, alla gloria.
Tony aveva 17 anni quando per la prima volta cominciò a sentire un dolore alle mani e al costato. Oggi, 06 Aprile 2014, dopo 11 anni, durante l'apparizione, il Signore ha permesso a Tony di
togliere le fasce alla presenza di tutti.